Un autore convoca in un hotel tutti i suoi personaggi. Un pittore si innamora del soggetto di una sua incisione. L’uccellaccio di Kafka è solo un’invenzione, eppure Franz sente il suo peso, lo avverte come un pericolo che non gli concede tregua. Un filo sottile sottende alle mille peripezie di un giorno qualsiasi; su quel filo nascono e vibrano le storie di questi racconti. A volte i protagonisti sanno danzare, si concedono al rischio di un’avventura, ne escono vittoriosi. Altre li vediamo cadere, come personaggi di Balzac che rivivono nei loro turbamenti.Con poche parole, nello spazio di poche pagine, i racconti di Attilio del Giudice offrono un mosaico plurale e irriverente sul mondo attuale, scovando le storie che popolano le periferie, le case più buie, i pensieri più reconditi. Fra le pagine lo spettro di un uccellaccio si aggira sovrano: è l’uccellaccio della letteratura.
Autori: Carmen Pellegrino, Giorgia Tribuiani, Gilda Policastro, Ezio Sinigaglia, Orazio Labbate, Stefano Corbetta, Francesco Borrasso, Silvia Longo, Angelo Di Liberto, Enrico Macioci, Mario Schiavone, Peppe Millanta, Guido Del Giudice, Alessio Romano, Mariasole Ariot, Licia Pizzi, Andrea Zandomeneghi, Valentina Durante.
Frammentario per definizione, il polittico – come questo libro – tiene insieme i suoi pezzi, si fa opera singolare pur contemplando, nella sua struttura, elementi diversi e separati fra loro. Le cerniere che reggono insieme le pagine corrono lungo la molteplicità delle scritture, nel solco delle voci autoriali che ciascuno scrittore ha costruito nel proprio percorso.
Le storie si susseguono in un caleidoscopio di immagini, svelano una cosmogonia laica e contemporanea fatta di personaggi minori; restituiscono una pluralità vibrante indagando nelle ferite dei giorni.Diciotto tra i migliori scrittori italiani della nuova generazione – con diciotto differenti angolazioni sul mondo – delineano una mappatura sullo stato del racconto. Spetta al lettore scegliere da che parte cominciare, su quali spazi soffermarsi.
Come le pale di un polittico, i racconti di questo libro sfidano il tempo sigillando l’arte della letteratura nello spazio di poche pagine.
Ci sono storie nascoste, maledette. La famiglia Corsini – nobili e fieri proprietari terrierisardi – per anni è riuscita a nasconderne una. Ma alla morte del padre, Andrea comincia un percorso di ricerca che parte da Parigi, in un piccolo appartamento di famiglia, e tra lettere, foto e racconti arriva fino a Virginia e alle sue peripezie; di queste inizia a scriverne un romanzo. In una Sardegna antica, fra strade di paesi labirintiche, sguardi pesanti e voci di piazza, la storia di Virginia apre uno squarcio sul mondo sardo durante il ventennio fascista, indaga l’orgoglio di una famiglia, la cupidigia dei possedimenti, gli scontri generazionali. E scopre il velo su una storia di coraggio e ribellione, l’epopea di una Nora post-Ibseniana alla ricerca della propria redenzione. Tra le pagine di questo romanzo cariche di tensione emotiva, nel disvelamento di una questione privata, eppure universale, due domande sorreggono il gioco del racconto: Può la letteratura, a distanza di anni, redimere le sofferenze vissute da chi ci ha preceduto? E a quale prezzo?
Autori: Ilaria Gaspari, Ivano Porpora, Giorgia Tribuiani, Ezio Sinigaglia, Giorgio Biferali, Alessandro Zaccuri, Gilda Policastro, Simone Innocenti, Diego Bertelli, Iacopo Narros, Serena Penni, Fabio Rocchi, Angelo Di Liberto, Elena Giorgiana Mirabelli.
Al Moma, il principale museo moderno al mondo, danno una retrospettiva integrale della sua filmografia. Abel Ferrara gli dedica un film. Fabrizio De Andrè una canzone. Oriana Fallaci una lettera memorabile. A Roma c’è un noto murale, lo hanno rinomato “la Cappella Sistina di Torpignattara”. Raffigura Pier Paolo Pasolini, in una caduta metaforica tra gironi danteschi che ricordano scene di Salò.
È passato tanto tempo dalla sua morte. Tuttavia la voce di Pasolini è ancora viva e la sua opera continua a interrogarci sul mondo che cambia, su noi stessi.
Ma è possibile ricostruire una cartografia pasoliniana che sottenda alla letteratura contemporanea? E se sì: che lingua parla, che temi affronta?
Quindici scrittori italiani incontrano Pasolini, in altrettanti racconti. Con stili diversi e da angolazioni inaspettate, fra le pagine si delinea un sismogramma aggiornato dell’influenza pasoliniana, le cui onde non hanno mai smesso di vibrare.
Luca Sacchieri con questo romanzo si fa delle domande, le stesse domande che potrebbe porsi il lettore leggendo queste pagine. Si chiede: che cosa potrebbe accadere ad una persona se questa perdesse la sensibilità al dolore? Sacchieri ci conduce tra le strade di una Roma a tratti gioviale a tratti oscura e ostile, ci porta all’interno della vita di un giovane uomo che deve fare i conti con una esistenza mutata improvvisamente, con l’amore, che ha deciso di piombargli addosso, e con tutti i lacci che ancora lo tengono legato al suo passato, ai dolori antichi, alle scene che continuano a passargli nella testa. Cosa c’è nel luogo nascosto che ognuno di noi si porta dentro? Che cosa alberga nel cuore degli uomini? Qual è il confine tra odio e violenza? Fin dove abbiamo il coraggio di spingerci per il bene delle persone che portiamo nel cuore?
I racconti di Giuseppe Perrotti rievocano alcune atmosfere di Clive Baker, ricordano i deliri di Lovecraft. Storie che spaziano dall'horror al fantasy mantenendo sempre uno stile accurato; pagine in cui si respira la tensione, in cui i colpi di scena si susseguono assumendo i contorni di un incubo. Ogni singolo titolo di questa raccolta è ricco di momenti weird, ogni trama è ben orchestrata. "Unseeliset ed altri racconti liminali" è un libro che affonda le sue radici nella narrativa orrorifica degli anni novanta, qualcosa di fresco e di originale.
Un’affascinante musicista si aggira per le strade di Trieste col suo flusso di pensieri: avrebbe voluto diventare pianista e invece è un’icona della canzone pop. È reduce da una grave malattia e in attesa di un misterioso appuntamento. Un grande artista polacco viene invitato a Trieste per un ambizioso progetto teatrale incentrato sulla storia d’Europa. Tutti sono eccitati a causa della sua presenza ma lui è distratto da altri pensieri, come se il vero scopo di quell’arrivo in città fosse una sua ricerca personale. Un ragazzo si presenta nella casa parigina di una celebre pittrice triestina, è bello e sfuggente, sembra un soggetto dei quadri che lei dipinge, e le confessa una sorprendente rivelazione. Tre artisti colti in un momento privato, cruciale, si aggirano in una Trieste che diventa protagonista e voce. Città inattesa e imperscrutabile, svuotata dal vento e sospesa nel tempo e nello spazio, in tre diversi istanti del secondo Novecento.
Due sorelle, due destini. Robi, la figlia non voluta; Tundra, sua sorella minore, la figlia desiderata. Robi, la maschiaccia, quella che assomiglia al padre, un uomo fallito e violento; Tundra, che fa di tutto per assomigliare a sua madre. Robi, quella che non va bene a scuola, Tundra che fa buoni studi e va a vivere all'estero lontana dai legami familiari. Robi che rimane incinta troppo presto, nel solco della maledizione di famiglia; Tundra che non ha figli e insegue l'invisibile, i suoni. Stessa casa, stessi genitori, stessi vestiti, stesse camere, eppure nella realtà due mondi lontani. Il passato di Robi e Tundra ritorna prepotente, e questa volta lo fa per richiedere un sacrificio. Perché poche madri riescono ad essere oneste, pochi padri riescono a non far pesare le scelte forse sbagliate. C’è un solco netto tra volere ed essere costretti ad accogliere. Le colpe dei genitori ricadono sui figli e fanno chiasso e la loro eco non smette mai.
Un vortice linguistico di inesauribile vitalità, un’invenzione continua e sorprendente che plasma e rigenera, che ammalia e disincanta: da qui nasce e si dipana la storia di e. Donna dei margini, di manicomi e galere, di bassifondi e di strada; da qui la sua storia emerge e si fa canto, e gioca, s’avvampa e grida, diventa elegia e fuoco, inferno e incanto. Da qui sfila un carosello di personaggi sinistri, colti nel loro cono d’ombra, nel rifugio delle notti, nelle malebolge del mondo. E da qui, infine, si specchia e riverbera un taglio vivo nel cuore della società che solo la letteratura può raccontare.
Un’anziana signora, che sembra una barbona, consegna una gallina viva al maggiordomo di Elena e Massimiliano De Giorgi, coniugi alto borghesi di mezza età. Dopo la sorpresa iniziale, tuttavia, si comprende che nessuno ha mai ordinato una gallina viva. Chi ha fatto recapitare la gallina a casa loro? Chi è stato a organizzare quello che pare uno scherzo molto singolare? Nei giorni successivi i coniugi discutono animatamente su quale possa essere il metodo migliore per liberarsi dell’animale, in un crescendo di errori ed equivoci che vedranno partecipo anche i domestici. Inizia così ad aprirsi una strada che condurrà verso la catastrofe.
Romanzo finalista al IV Premio Neri Pozza A Vico Paradiso il rumore dei passi filtra fra le persiane abbassate, attraversa i muri, si infila negli spifferi ed entra nelle case. Ma da qui non esce niente, tutto è chiuso e sordo, e nessuno vede, e nessuno sente. A Vico Paradiso si ritira Armida, pianista dal passato glorioso, che ha dominato i palcoscenici del Sudamerica e dell’Europa. E con lei vive Vera, donna segnata dalle sventure, dalla giovinezza mai fiorita, che ha il dono di saper leggere l’acqua e di custodire i segreti. Fuori c’è il mondo nel groviglio della guerra, dei codici d’onore del regime fascista e dei suoi imperativi sull’uomo audace, incorruttibile e dedito al sacrificio in onore della Patria. Imperativi su cui si regge il folle sogno totalitario del Duce e di una nazione, e che poi, nelle penombre delle strade, di sera, quando nessuno dovrebbe vedere né sentire, si sciolgono nella misera commedia delle passioni umane. Ma è un gioco rischioso, perché quando ci si abitua alla retorica del poter prendere tutto non ci si accorge della piccola ribellione già in atto, e del fuoco che brucia lento, in disparte, e del carbone che lo alimenta. Carbone è un romanzo dalla scrittura raffinata e tagliente. Un meccanismo ad orologeria che ammalia e seduce, scavando al fondo dei sentimenti umani, restituendone le fratture più intime e nascoste e al tempo stesso mostrando, senza indugi, l’insensata spregiudicatezza maschilista che sorregge regimi del passato − e del presente −.
Robbie e Laura sono due sorelle con alle spalle un passato difficile, un’infanzia che le ha segnate profondamente. Nessuna delle due, però, sembra in grado di riesumare lucidamente i fatti avvenuti nelle loro vite di bambine. A condividere con loro tutto questo c’è Esther, la loro anziana madre, che però non si sbilancia mai sugli accadimenti passati, cercando di parlarne il meno possibile. Robbie, che lavora come fisioterapista, lascia l’Inghilterra per andare a lavorare in Louisiana, nella zona del bayou, per assistere Raoul Patout, un anziano colpito da ictus. Laura, che fa la cantante e ha un figlio piccolo di nome Will, va ad abitare nella casa della sorella ormai vuota, insieme ad Esther. Il soggiorno di Robbie in Louisiana si prolunga in maniera imprevista e un giorno, la sorella e la madre, decidono di andarla a trovare, facendole una sorpresa. Inizia qui una fase nuova della loro vita, dove i segreti del passato riescono a tornare a galla e dove il presente prende a sfaldarsi. Cosa si nasconde nelle loro vite? Cos’è accaduto in quella stanza buia quando erano poco più che bambine?
Eve Friedman è una drammaturga ottantatreenne che vive da sola in un caotico appartamento nel cuore di Manhattan. Le cosce di pollo in vendita, i ricordi dell’infanzia che la assalgono in piscina e le conversazioni notturne con il portiere del suo palazzo sono sufficienti renderle sopportabili le giornate. Tuttavia, quando incontra accidentalmente Jorge, un giovane straniero che si è trasferito a New York per affermarsi come sceneggiatore, il suo mondo vacilla inaspettatamente. Durante la loro stretta relazione, l’anziana dovrà affrontare una solitudine diversa da quella che aveva conosciuto fino a quel momento, e la graduale ma inesorabile perdita del suo dono più prezioso: le parole. Un romanzo intimo e tenero che abbraccia apertamente e con una scrittura pulita e matura temi complessi come l’amicizia intergenerazionale, la senilità e la morte.
Voci che schiudono mondi popolano le pagine di questo libro più unico che raro, accompagnano il lettore in un corto circuito di suoni, immagini, deliri e digressioni oniriche, in una polifonica e inafferrabile esperienza di dannazione e salvezza.
Tra i Canti Orfici di Dino Campana e Qualcuno volò sul nido del cuculo di Ken Kesey, entriamo nelle lettere che Fiorenza scrive ad un padre mai esistito, nella tana sotto il livello del mare di Faheem, nei chiodi che ungono la schiena di Emma, incontriamo il signor guantini che ha una sedia al posto del corpo e si muove piano con la stessa lentezza delle lumache con il guscio. La lingua dei disperati si fa trampolino e spinta per magnifici salti nel vuoto, quel vuoto che solo le acrobazie del linguaggio e il grado zero di una poetica nuova sanno raccontare. Quel vuoto che sembra vibrare ispiratissimo in queste pagine, tra le note di un pezzo dei Radiohead e un vortice di bellezza e dolore che incanta e ferisce.
Postfazione di Helena Janeczek.
Due giovani donne nude, imprigionate in una strana posa all’interno di un’enorme teca di vetro. Intorno ai due copri una vera e propria scenografia, piena di messaggi da cogliere e decifrare. Ecco cosa trovano l’ispettore Alice Malandra – appassionata di tatuaggi, serie TV, manga e profiling d’oltreoceano – e il suo consulente Geremia Molin – fotoreporter di cronaca nera, caustico e asociale – quando arrivano sul posto, l’11 febbraio 2011. Alla Questura di Trieste, infatti, sono giunte due telefonate identiche e inquietanti, da due diverse informatrici anonime. Entrambe segnalano un delitto in un appartamento in via del Bastione. Per fortuna la memoria enciclopedica di Leroux, vecchio libraio collezionista di edizioni rare e fanatico di polizieschi, li aiuterà a districarsi, da un capo all’altro del mondo, in un labirinto oscuro di rompicapo e colpi di scena sconcertanti, tra personaggi eccentrici e misteriosi come la città di confine – Trieste – in cui si muovono.